Madonna del Rosario

Foto Pilone
Descrizione
Ricorrenza: San Domenico : 8 agosto; Santa Caterina da Siena: 29 aprile; Madonna del Rosario: 7 ottobre (anniversario della battaglia di Lepanto)

Ubicazione: via Cesare Battisti 27

Epoca di costruzione: 1888

Motivo della dedica: voluto da Piovano Bartolomeo come simbolo di Borgo Nuovo.

Forme di devozione: ogni anno, la sera della prima domenica di ottobre, le famiglie Piovano e gli abitanti del borgo si riuniscono davanti al pilone per recitare il Santo Rosario. In tale occasione la via viene ancora oggi illuminata a festa. Nella stessa data, a mezzogiorno, si recita la “supplica” alla Madonna di Pompei.

Stato attuale di conservazione: ottimo. Il pilone, per esigenze di viabilità , è stato recentemente arretrato di pochi metri e, per la sensibilità  dei proprietari, è stato conservato intatto e restaurato. Nel mese di luglio 2008 sono state ridipinte le statue e ritinteggiato l’intero pilone.

Proprietà attuale: Famiglia Piovano Giuseppe.

Cenni agiografici
San Domenico (il cui nome significa “consacrato al Signore”) nacque a Caleruega, Burgos, nella vecchia Castiglia (Spagna), non lontano dall’abbazia benedettina di San Domenico di Silos, dalla quale probabilmente è derivato il suo nome, verso il 1170; i suoi genitori erano Felice, governatore della città , e la B. Giovanna d’Aza. Domenico divenne canonico regolare agostiniano nella cattedrale di Osma (1197 ca). Studiò filosofia e teologia; nel 1203 iniziò il suo apostolato fra gli eretici. Nel 1206 aprì a Prouille un convento per monache che fu il germe dell’Ordine di frati conosciuti come “frati predicatori”, che Domenico mandò dappertutto ad insegnare e predicare. Fondò diversi monasteri, soprattutto a Tolosa e a Roma. Morì a Bologna la sera del 6 agosto 1221, a 52 anni. I suoi frati costruirono una tomba molto semplice che fu portata alla luce quando a Bologna, nel 1228, si iniziarono i lavori per una nuova chiesa a lui dedicata. Papa Gregorio IX autorizzò la traslazione solenne del corpo solo nel 1233 quando il culto del Santo si era radicato. Nel 1234 il papa firmò il decreto di canonizzazione definendolo “un uomo del Vangelo, seguace del suo Redentore”.

I suoi emblemi sono la stella in fronte, il giglio, il cane e il libro.

Santa Caterina da Siena (il cui nome significa “dal cuore puro”) nacque a Siena nel 1347, da Giacomo Benincasa e Lapa di Nuccio Piagenti; ventiquattresima di venticinque figli, la sua gemella morì poco dopo la nascita. Ricevette l’abito del Terz’Ordine di San Domenico a soli 16 anni, entrando fra le “Mantellate”, conducendo una vita di rigoroso ascetismo e assistenza in ospedali e lebbrosari. Dedita soprattutto ad alleviare le sofferenze dei poveri, Caterina convertì un gran numero di peccatori e contribuì a persuadere Papa Gregorio XI ad abbandonare la sede di Avignone per far ritorno a Roma, durante il Grande Scisma d’Occidente (1377). Morì a Roma il 29 aprile 1380, all’età  di 33 anni. Fu sepolta nel cimitero di Minerva a Roma, e la sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggio. Il corpo fu poi trasferito nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, dove è conservato in un reliquiario sotto l’altare maggiore, sebbene abbia dovuto patire, secondo l’usanza medievale, l’oltraggio di venire in parte smembrato per la divisione delle reliquie; la testa della santa è a Siena, dove è tuttora venerata. Fu canonizzata nel 1461 da papa Pio II e dichiarata Patrona d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi nel 1939 da papa Pio XII. Nel 1970 Paolo VI l’ha nominata Dottore della Chiesa. Famoso il suo Epistolario, ammirevole sia per il fervore di fede che lo anima sia per l’elegante stile letterario. Giovanni Paolo II l’ha proclamata co-patrona d’Europa il 1 ottobre 1999.

E’ protettrice degli infermieri.

I suoi emblemi sono l’anello e il giglio.

Originariamente la festa della Beata Vergine del Rosario (inizialmente Santa Maria della Vittoria) era celebrata in date differenti da parte delle varie confraternite del Rosario costituite dai frati Domenicani nella seconda metà del XV secolo e per tutto il XVI. Il 7 ottobre 1571, nella battaglia di Lepanto si assistette alla sconfitta dei turchi da parte della flotta navale delle potenze cristiane, guidate da don Giovanni d’Austria. Pio V attribuì la vittoria all’intercessione della Madonna ottenuta con la recita del Rosario, e la considerò come l’inizio di una crociata destinata al successo. Quel giorno era per caso la prima domenica del mese, giorno che già  da molto tempo era stato celebrato solennemente dalle confraternite del Rosario. Nel 1573 il successore di Pio, Gregorio XIII, fissò alla prima domenica di ottobre la festa della Madonna del Rosario. Nel 1716 la memoria fu estesa alla Chiesa universale come segno di ringraziamento per un’altra vittoria cristiana sui turchi e infine la data fu fissata il 7 ottobre da San Pio X nel 1913.
Qualunque sia l’origine del Rosario è comunque certo che la sua diffusione nella forma attuale, iniziata già  dal XV secolo, è dovuta in gran parte ai domenicani e alle confraternite laiche che essi istituirono. Il Rosario è composto da grani per la recita del Padre Nostro e delle Ave Maria, mentre i misteri, temi destinati alla meditazione durante la recita del Rosario, non furono fissati subito, benché alla fine del XV secolo l’attuale divisione in Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi fosse già  la più comune. Oggi il Rosario consiste di 150 Ave Maria suddivise in “decine”, ciascuna delle quali comincia con un Padre Nostro e termina con la dossologia “Gloria al Padre”. Un terzo di esso, la parte che si recita abitualmente, comprende 5 decine dedicate alla meditazione di un gruppo di misteri: quello dei Gaudiosi riguarda la nascita e l’infanzia di Gesù; quello dei Dolorosi tratta la sua Passione e morte; quello dei Gloriosi medita la sua Resurrezione e Ascensione, l’invio dello Spirito Santo, l’Assunzione e l’Incoronazione di Maria in Cielo. Gli ultimi papi hanno continuato a sottolineare il valore di questa preghiera: Paolo VI, nella sua Esortazione Apostolica sul culto di Maria, dedica al Rosario 10 pagine definendolo “la sintesi dell’intero Vangelo”; Giovanni Paolo II proclamando “Anno del Rosario” il 2003 ha preso l’iniziativa non di cambiare il Rosario, ma di migliorarlo aggiungendo altri 5 misteri che chiama “Misteri della Luce” che sono: il Battesimo di Gesù al Giordano, Gesù alle nozze di Cana, l’annuncio del Regno di Dio, la Trasfigurazione di Gesù, l’istituzione dell’Eucarestia.

Caratteristiche architettoniche ed iconografiche
il pilone, inserito nel muro di cinta nella casa di proprietà  Piovano, presenta struttura e decorazione molto simili agli altri piloni dello stesso periodo. La nicchia semicircolare, protetta da una grata, ospita la statua della Vergine con il Bambino in grembo, ai due lati sono inginocchiati San Domenico e Santa Caterina che ricevono dalle loro mani due corone del Santo Rosario. La struttura è a pianta rettangolare, sormontata da un timpano triangolare, terminante con una croce. Il mattone “faccia a vista” e l’intonaco determinano un bel contrasto cromatico, impreziosito dall’inserimento di motivi in metallo. Internamente si trova anche una lampadina che rimane accesa tutta la notte per rischiarare l’interno del pilone.
Curiosità
Sullo sfondo è dipinto in prospettiva un paesaggio con arcate. Nella nicchia sono conservati alcuni ex-voto. Nella chiesa parrocchiale, e precisamente nella cappella del Santo Rosario, è esposta una tela che rappresenta la battaglia di Lepanto, sostenuta nel 1571 dalla flotta cristiana contro i Turchi nel Mediterraneo. Il Papa Pio V aveva infatti posto l’esercito cristiano sotto la protezione della Madonna di Pompei che, nel dipinto, appare in alto benedicente, mentre attorno a Lei gli angeli scagliano bombe sugli “Infedeli”.
Icone
Madonna del S.Rosario o di Pompei Santa Caterina da Siena
San Domenico