Cosa significa “vivere” la giornata del malato a Lourdes?

Cosa significa “vivere” la giornata del malato a Lourdes?

L’11 febbraio 1858 la Vergine apparve a Bernadette Soubirous, nella grotta di Massabielle, a Lourdes. Diciotto apparizioni, tanti messaggi, tra i quali anche quello di tornare alla grotta in processione. Da allora Lourdes è divenuto luogo di pellegrinaggio per milioni di fedeli, soprattutto per coloro che vivono una condizione di fragilità fisica.

Proprio a Lourdes, l’11 febbraio 1993 fu celebrata la prima giornata mondiale del malato, voluta da Giovanni Paolo II. Un’occasione per considerare la condizione della malattia e della fragilità, alla luce del messaggio di speranza offerto a Bernadette dalla Madonna:” Non ti prometto di farti felice in questo mondo ma nell’altro”.

In questo 2017, in occasione del 25° anniversario dell’istituzione della giornata mondiale del malato, Papa Francesco ha voluto che questa ricorrenza si celebrasse in modo solenne a Lourdes sul tema “Stupore per quanto Dio compie: grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”.

Molte migliaia i pellegrini che hanno partecipato a questo appuntamento vivendo intensamente i vari momenti spirituali di comunione. Il saluto di Papa Francesco è stato portato a Lourdes dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano che, nella omelia della Messa Internazionale celebrata nella Basilica sotterranea di San Pio X, ha ripreso alcuni passaggi del messaggio di Papa Francesco sul tema della fragilità umana: “gli infermi, come i portatori di disabilità, anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita e non diventano meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realtà non è mai così”.

Lourdes conserva intatto il suo richiamo di speranza per milioni di pellegrini, molti dei quali scelgono di vivere lì una esperienza di servizio a favore di chi è nella situazione di disagio e malattia. Lourdes ha questa straordinaria bellezza: l’ “apparizione” sorrideva per dirci che il Signore non ci aspetta per giudicarci, il Signore ci viene a trovare dove siamo, nel buio a volte delle nostre situazioni, com’era buia la grotta quando ci arrivava Bernadette, perché in quel buio vuole dirci che ci vuole bene. Lì a Lourdes c’è la Chiesa, la Chiesa come popolo in cammino soprattutto verso chi è più fragile e più bisognoso di aiuto.

E quest’anno c’eravamo anche noi delle nostre parrocchie di Cambiano e Santena per vivere questa giornata del malato nella cittadella mariana, che ha fatto del malato il centro della sua attenzione, della sua cura. Anche noi abbiamo risposto all’invito rivolto dalla Vergine a Bernadette: “Venite qui in processione!” Lì, in quella grotta abbiamo sentito in Maria tutta la tenerezza di Dio, di un Padre che ci sorride, che ci viene ad incontrare, che vuole che noi siamo felici, qualsiasi sia il momento che stiamo vivendo. E’ come se tutti noi fossimo stati richiamati a ricordare il primo momento in cui abbiamo intuito l’amore di Dio per noi, per poi comprendere che c’è bisogno di tempo per viverlo davvero, per renderlo parte di noi, della nostra vita. Dio non è là in un cielo che non raggiungeremo mai semplicemente credendo che esista. No, il cielo lo dobbiamo amare, come dobbiamo amare le persone, per costruire comunione e per raggiungere davvero la felicità. Questo è il grande e meraviglioso messaggio che ognuno di noi ha ricevuto nella grotta di Lourdes: l’amore che Dio ha per noi, la tenerezza che Maria ha per noi devono diventare aiuto, conforto, attenzione, ascolto, pazienza, preghiera, carità per chi ci è accanto in famiglia, negli ambienti di lavoro, per le strade dei nostri paesi, in parrocchia, e soprattutto verso chi è debole, malato, anziano, solo, indifeso…

PORTIAMO L’AMORE DI DIO IN NOI E LO VEDREMO FIORIRE INTORNO A NOI !

                                                                                                          I pellegrini di Lourdes