Diario visite pastorali dell’Arcivescovo Monsignor Cesare Nosiglia – 3 –
INCONTRO DEL ARCIVESCOVO MONSIGNOR CESARE NOSIGLIA
CON I CATECHISTI DELLA UNITA’ PASTORALE 57 – CAMBIANO – 27 SETTEMBRE 2018
“Siate catechisti creativi e felici”
L’incontro inizia con le parole che il Papa ha rivolto ai catechisti durante il Convegno internazionale
“Il catechista, testimone del mistero”
“Aiutare i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti a conoscere e ad amare sempre di più il Signore è una delle avventure educative più belle, si costruisce la Chiesa! ‘Essere’ catechisti!
Quando si parla di catechista non è corretto dire “fare il catechista” ma “essere catechista” in quanto il compito di catechista è una chiamata che coinvolge tutta la persona e la trasforma tramite l’opera dello Spirito Santo. Quindi l’essere catechista è una vocazione e vocazione significa dono ricevuto dal Signore.
Il protagonista della catechesi è lo Spirito Santo ed i catechisti sono degli strumenti a disposizione dello Spirito di Dio, che agisce a prescindere dal nostro contributo, che comunque siamo chiamati a dare in modo responsabile.
I catechisti devono farsi aiutare dai sacerdoti, dai diaconi, dagli esperti, dai sussidi, ma alla fine di fronte ai ragazzi ci sono loro e lo Spirito Santo e lo Spirito Santo è sempre con il catechista.
La catechesi è anche sacrificio come dimostra la nota parabola del seminatore che non si stanca mai di seminare, anche se molto seme viene disperso e spesso abbiamo l’impressione che la semina non porti frutto: il risultato non importa in quanto lo conosce solo Dio e abbiamo la certezza che nel proseguimento della vita dei ragazzi nei momenti più impensabili quel seme potrebbe dare frutto, anche dopo molti anni e dopo essere stati lontani da Dio. Quindi non dobbiamo mai scoraggiarci di seminare perché lo Spirito agisce sempre e comunque.
Fondamentale è il coinvolgimento delle famiglie e con i genitori è necessario un atteggiamento accogliente ed inclusivo. Molto importante incontrare periodicamente i genitori per informarli e responsabilizzarli sul percorso dei loro figli.
Di fronte al grave problema dei ragazzi che non vengono alla Messa domenicale occorre trovare dei metodi per rendere la Messa più comprensibile e più partecipata dai ragazzi coinvolgendoli nella preparazione dei canti, della preghiera dei fedeli, dell’offertorio ed il prete non deve mai dimenticare di rivolgere un pensiero ai ragazzi presenti. Occorre presentare Gesù come il migliore amico dei ragazzi.
Il catechista deve essere creativo ed avere un dialogo continuo con gli altri catechisti creando comunità con quelli delle altre parrocchie; il confronto delle varie esperienze arricchisce ed il condividere le fatiche aiuta a superarle. Importante è anche il dialogo tra catechisti ed animatori degli oratori e dei gruppi giovanili del post cresima.
La comunità cristiana è “madre” e come tale deve saper esprimere i propri catechisti. Esiste uno stretto rapporto tra catechesi, preghiera e carità: il mettersi a servizio degli altri ci fa crescere perché insegna l’importanza del dare e quindi sono molto utili esperienze come la giornata al Sermig, incontri alle case di riposo, attività di sostegno alla caritas parrocchiale.
Ultimo pensiero: bisogna che i catechisti siano carichi di gioia, la gioia del vangelo, la gioia di essere stati scelti dal Signore.