I Cresimandi in visita all’Arsenale della Pace.
I Cresimandi in visita all’Arsenale della Pace.
Una domenica speciale per i cresimandi della parrocchia di Cambiano e Madonna della Scala che hanno deciso di vivere insieme ai loro catechisti e alle loro famiglie una giornata all’Arsenale della Pace di Torino. Il 16 febbraio di buon mattino i ragazzi prossimi alla cresima si sono recati al Sermig per scoprire e mettere in pratica la carità evangelica.
Come prima cosa, accompagnati da alcuni volontari, hanno visitato gli ambienti del Centro. Tutto parte dal sogno di un giovane, Ernesto Olivero, che nel 1964 fonda il Servizio Missionario Giovani insieme alla moglie ed alcuni giovani che come lui desiderano vivere la solidarietà verso i più poveri secondo lo spirito evangelico. Nel 1983 il Comune di Torino affida a questo gruppo di volontari sempre più numeroso l’ex Arsenale Militare di Piazza Borgo Dora. Il Sermig converte quel luogo, matrice di armi utilizzate nelle due guerre mondiali, in un “laboratorio” di convivenza, di dialogo, di formazione dei giovani, di accoglienza dei più disagiati aperto 24 ore su 24. Qui ogni uomo di ogni nazionalità e condizione sociale può trovare conforto e aiuto spirituale e materiale, come in una famiglia pronta ad accogliere e aiutare chi con sincerità vuole uscire da qualsiasi situazione di degrado. Tutto è sostenuto e alimentato dalle opere dei numerosi volontari, laici e religiosi, che ogni giorno svolgono un servizio attento e misericordioso verso gli ultimi.
Nel pomeriggio, dopo aver conosciuto e apprezzato la storia del Centro, il gruppo della parrocchia si è diviso. Mentre i genitori dei ragazzi si sono trovati a tu per tu con il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero, per un momento di confronto e conoscenza, i più giovani hanno messo in pratica la carità evangelica assistiti dai volontari, che li hanno guidati in alcune opere di bene presenti in quel luogo: chi, trascinando carrelli della spesa, ha portato su e giù i numerosi pacchi di beni donati al centro e chi ha controllato e riposto con cura gli abiti che ogni giorno vengono affidati al Sermig.
A fine giornata grandi e piccoli si sono ritrovati arricchiti da questa esperienza. Alcuni genitori commossi da tanto bene e dall’incontro con una persona così piena di bontà si sono informati su come continuare personalmente l’opera di carità. I ragazzi dal canto loro sono tornati a casa con una nuova considerazione dei valori della vita desiderosi di condividere ancora l’atto di carità con i propri coetanei.
L’incontro di catechismo, in cui si impara a vivere la fede, non è fondamentale ma non sufficiente, è necessario fare anche esperienza di opere buone e san Giacomo scrive infatti: “Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere?” (Giacomo 2, 14). Esperienze come quelle vissute all’Arsenale della Pace giovano ad ogni fedele perché ne arricchiscono la fede, ai ragazzi in più è dato modo di affiancare alla teoria una fede pratica: tutti hanno visto come a spingere i volontari non sia semplice filantropia, ma lo Spirito Santo che muove in ciascuno di noi l’amore per i più bisognosi. È importante che i nostri fanciulli, soprattutto ora nel tempo della conferma della fede, imparino che essere cristiani significa anche prendersi cura degli ultimi e la visita al Sermig glielo ha di certo insegnato.