Il saluto ai Fratelli
“Carissimi confratelli Vittorino, Davide e Mariano,…
… e così ve ne andate in punta di piedi, come siete arrivati!
Troppo pochi Cambianesi sono riusciti a conoscervi veramente, anche se la vostra presenza nel paese è stata continua e a tutti faceva piacere vedere la parrocchia e la chiesa aperte, grazie alla vostra presenza appunto.
La vostra venuta, come la vostra partenza, rimangono per noi un mistero: perché siete venuti e perché ve ne andate? Tutto è legato all’obbedienza, una virtù che oggi è poco diffusa: i superiori mandano, i superiori richiamano. Noi Cambianesi ci sentiamo un po’ abbandonati.
Chi aprirà la chiesa? Chi suonerà l’organo? Chi farà catechismo, o parlerà ai genitori, o distribuirà la comunione, o risponderà a chi chiede consigli,…?
Ci sono tanti volontari, ma c’è anche molto bisogno di figure istituzionali. Purtroppo queste figure mancano sempre più.
L’augurio che vi faccio è che ricordiate di Cambiano solo i momenti belli che avete vissuto con persone amiche, che vi hanno dato soddisfazioni e vi hanno fatto sentire utili.
Cambiano è un paese <difficile>, ma vi ricorderà come i fratelli silenziosi, discreti ed attivi, che hanno percorso un tratto di cammino insieme.
Mi piace salutarvi col saluto della mia terra d’origine: mandi fratelli (mandi = mane [cum] Deo). Il Signore rimanga sempre con voi e vi accompagni: anche se non sarete più insieme, buon cammino in Dio.
Con riconoscenza,
Attilia Segrado.