Maria, la “Gospa”, ci chiama ancora…
Maria, la “Gospa”, ci chiama ancora
Anche quest’anno un gruppo di Cambiano e dintorni parte per Medjugorje.
A Medjugorje c’è la Mamma celeste che ci aspetta! La partenza è venerdì 29 settembre, giorno dedicato a San Michele Arcangelo, alle 4:30 del mattino. Ci aspetta una lunga giornata scandita da momenti di preghiera e di condivisione.
Il gruppo è formato da 46 persone ed è accompagnato da Don Flavio Dabbene, un Giuseppino del Murialdo.
La prima sosta è, come di consueto, al Santuario del Frassino, a Peschiera del Garda, per la Santa Messa. Proseguiamo per Zara dove faremo cena e pernotteremo.
Sabato, il giorno seguente, raggiungiamo Medjugorje per l’ora di pranzo.
Nel primo pomeriggio ci trasferiamo al Podprdo: la Collina dell’Apparizione.
Migliaia di fedeli, provenienti da tutto il mondo, si sono radunati all’inizio della collina e man mano incominciamo la salita tra le rocce.
Alcuni fedeli fanno il percorso a piedi scalzi perché hanno fatto un “voto” alla Madonna.
Saliamo piano piano, tutti insieme, formando dei gruppi ognuno con la propria guida spirituale per pregare e invocare la Madonna.
Arrivati in cima alla collina, intravediamo in lontananza la Statua della Madonna e subito avvertiamo una sensazione molto strana e allo stesso tempo molto bella.
La serenità e la gioia ci invade. La preghiera silenziosa ci fa compagnia, affidiamo alla “Gospa” tutte le persone care e preghiamo per il mondo intero.
La statua della Madonna guarda una vallata di luce pastello, un cielo che sfuma i suoi colori all’imbrunire sul verde del monte della croce, e un vento leggerissimo che porta il profumo dei melograni. Qui, in questo spazio di fede profonda, i pellegrini di Medjugorie trovano una finestra di pace per il loro cuore.
Ci rechiamo alla parrocchia di San Giacomo per la Santa Messa, e migliaia di fedeli si radunano, decine di confessionali sono gremiti di persone in attesa del loro turno per la Riconciliazione. Solo il tempo della cena ci allontana da questo luogo santo, ma alle 21:00 siamo di nuovo tutti lì per l’Adorazione Eucaristica, silenziosa, con alcuni canti bellissimi e la comunione con Cristo si fa forte, intensa e profonda.
Domenica, sveglia ore 5:00 e partenza per il monte Krizevac con la sua imponente croce bianca. Ci inerpichiamo lungo il difficile sentiero che porta alla cima. Noi pellegrini seguiamo il percorso della croce dove si trovano i rilievi in bronzo e su tutti è raffigurata l’immagine della Madonna. La Madonna segue Gesù, così come noi, lungo il cammino della croce della nostra vita.
Nel pomeriggio visitiamo la Parrocchia di Tihaljina, dove si trova una statua della Madonna di rara bellezza e di straordinaria dolcezza tale da spingere lo stesso Padre Jozo a sceglierla quale immagine della “Gospa”, immagine che accompagnato i primi e principali messaggi della Regina della Pace e che tutti noi conosciamo. Un fuori programma ci aspetta: la visita della cascate di Kravica, poco distanti da Medjugorje. Queste cascate sono meravigliose, selvagge perché circondate da roccia e piante, sbucano da una vera e propria giungla, sono una perla nascosta, uno spettacolo della natura!
Concludiamo la nostra giornata con la Santa Messa.
Lunedì, 2 ottobre, tutti insieme andiamo all’apparizione della Madonna a Mirjana. Molti hanno passato la notte all’aperto. All’alba in centinaia hanno cominciato ad affluire, cantando, pregando. Alle cinque del mattino amplificatori hanno diffuso le preghiere di pellegrini sempre più numerosi. Mirjana è uscita di casa alle 8.15 e si è incamminata verso la croce tra due ali di folla controllata da alcuni ragazzi della “security”. Mirjana,,davanti alla croce, si è inginocchiata ed intorno è calato il silenzio. Migliaia di fedeli erano presenti.
Sono stati cinque minuti di pace meditativa e poco dopo hanno diffuso il messaggio:
“Cari figli, io vi parlo come Madre: con parole semplici, ma colme di tanto amore e sollecitudine per i miei figli, che per mezzo di mio Figlio sono affidati a me. Mio Figlio invece, che viene dall’eterno presente, lui vi parla con parole di vita e semina amore nei cuori aperti. Perciò vi prego, apostoli del mio amore: abbiate cuori aperti, sempre disposti alla misericordia e al perdono.
Perdonate sempre il prossimo secondo mio Figlio, perché così la pace sarà in voi. Figli miei, preoccupatevi della vostra anima, perché essa è l’unica realtà che vi appartiene davvero. State dimenticando l’importanza della famiglia. La famiglia non dovrebbe essere luogo di sofferenza e dolore, ma luogo di comprensione e tenerezza. Le famiglie che cercano di vivere secondo mio Figlio, vivono nell’amore reciproco. Fin da quando era ancora piccolo, mio Figlio mi diceva che tutti gli uomini sono per lui dei fratelli. Perciò ricordate, apostoli del mio amore, che tutte le persone che incontrate sono per voi la vostra famiglia, dei fratelli secondo mio Figlio. Figli miei, non perdete tempo pensando al futuro e preoccupandovi. La vostra unica preoccupazione sia come vivere bene ogni istante secondo mio Figlio, ed ecco la pace! Figli miei, non dovete mai dimenticare di pregare per i vostri pastori.
Pregate affinché possano accogliere tutti gli uomini come loro figli, in modo che, secondo mio Figlio, siano per loro dei padri spirituali. Vi ringrazio!”
Nel pomeriggio visitiamo il cenacolo delle ragazze, dove assistiamo ad una toccante testimonianza vissuta da due giovani, provate dal nuovo modo di vivere di oggi.
Martedì, ultimo giorno di permanenza a Medjugorje, ci apprestiamo a raggiungere la Croce blu, luogo dell’apparizione. Ci riuniamo con tutto il gruppo in preghiera silenziosa. Sorpresa…la veggente Vicka fa la testimonianza.
Dal terrazzino della casa in cui soggiorna, la veggente Vicka, parla davanti a più di mille persone. Ha una camicia scozzese, sempre sorridente, con il microfono in una mano mentre con l’altra fa gesti ampi, e saluta la gente. Parla in italiano, una frase alla volta, per lasciare il tempo alla traduttrice di inglese, accanto a lei. Vicka racconta di quando la Madonna le ha detto “Vieni con me”, e l’ha fatta appoggiare sulla sua mano e l’ha portata via venti minuti, dice Vicka, per farle vedere il paradiso, il purgatorio e l’inferno.
Poi chiede a tutti di pregare in silenzio, e c’è chi piange, e c’è chi si inginocchia a terra, e c’è chi si abbraccia.
In Paradiso Vicka ha visto tante persone uguali vestite di grigio, di giallo e di rosso, e tanti piccoli angeli. In Purgatorio una nebbia dentro la quale ha percepito la sofferenza di chi attende che si preghi per lui affinché possa andare in paradiso.
All’inferno solo fuoco, urla e bestemmie di chi ha scelto di stare lì.
Poi saluta tutti e i sacerdoti presenti benedicono i presenti: siamo tantissimi…
Di corsa raggiungiamo la Chiesa per la Santa Messa e salutiamo la Regina della Pace
con la promessa di ritornare il prossimo anno.
Nel primo pomeriggio saliamo sul nostro pullman, che ci porta ad Obrov per la cena e lì passeremo la notte.
Mercoledì 4 ottobre, giorno di San Francesco, partiamo per Trieste, dove siamo attesi da una guida per la visita della città. Faremo quindi pranzo ad Aquileia.
Pomeriggio visita e Santa Messa nella chiesa del Sacrario di Redipuglia.
Mentre preghiamo ci prende un’angoscia profonda nel ricordo dei migliaia di soldati sacrificati per la nostra Patria, chiediamo al Signore la PACE nel mondo, la pace dei popoli, la pace nelle famiglie, la pace dei cuori.
Il Sacrario di Redipuglia è il più grande e maestoso sacrario italiano dedicato ai caduti della Grande Guerra.
La monumentale scalea sulla quale sono allineate le urne dei centomila caduti e che ha, alla base, quella monolitica del Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata, dà l’immagine dello schieramento sul campo di una Grande Unità con alla testa il suo Comandante. Nel Sacrario di Redipuglia sono custoditi i resti mortali di 100.187 caduti: 39.857 noti e 60.330 ignoti.
Fortemente voluto dal regime fascista, il sacrario voleva celebrare il sacrificio dei caduti nonché dare una degna sepoltura a coloro che non avevano trovato spazio nel cimitero degli Invitti. La struttura è composta da tre livelli e rappresenta simbolicamente l’esercito che scende dal cielo, alla guida del proprio comandante, per percorrere la Via Eroica.
In cima, tre croci richiamano l’immagine del Monte Golgota e la crocifissione di Cristo.
Qualcuno ci chiede: ma come si sente questa “famosa” chiamata, questo forte richiamo a recarsi a Medjugorje?
Semplicemente nel cuore, una forza indescrivibile, la voglia irrefrenabile di tornare a Medjugorje, risentire vicina la cara Mamma celeste, abbandonarsi ad una preghiera profonda, sentirsi davvero in comunione con Lei.
L’andare a Medjugorje, diventa allora, per ciascuno e per tutti, un momento privilegiato per sperimentare in modo speciale la grazia, la preghiera, la pace, la gioia, il perdono e la comunione fraterna, attraverso l’incontro con Maria e con il suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo.
Un pellegrino