Perché la “Quaresima di Fraternità” ?
Quando, all’inizio della Quaresima, durante le messe, sentiamo parlare di “fraternità” e riceviamo le buste per una nostra offerta (saranno distribuite in queste domeniche) molte persone di una certa età collegano la parola “fraternità” con “missione in Cambiano”.
Già, perché da decine di anni (prima con don Minchiante, poi con don Mietek e con i successivi parroci) durante la Quaresima si raccoglievano aiuti per i nostri missionari. Nostri, proprio nostri, perché sono ricordati prima come ragazzini a scorrazzare, tutti i giorni, con gli altri per le vie di Cambiano, poi si sono ammirati con abito talare, meno frequentemente e con un poco di soggezione, mentre rispondevano alla chiamata del Signore.
Chi non ricorda i resoconti di don Minchiante?
“Abbiamo diviso la cifra – sempre molto consistente – in quattro parti: una per padre Bosio e una per padre Navone, entrambi missionari in Madagascar; una per padre Piovano in Brasile e una per suor Micaelita in Kenia.
Oggi padre Bosio e suor Micaelita non ci sono più. Anche se le loro missioni continuano come parrocchie, non abbiamo più un collegamento diretto, ci mancano le loro relazioni che, pubblicate sul bollettino, ci facevano capire aspetti importanti e ammirevoli della vita, dura, ma generosa e serena, dei missionari.
Per nostra fortuna ci restano, preziosi, padre Gabriele Navone e padre Michelangelo Piovano.
L’anno scorso, in occasione della giornata missionaria, sono stati esposti nella nostra chiesa parrocchiale e poi riportati sul sito della parrocchia un plastico e una serie di fotografie che illustravano una serie di bellissime opere realizzate nella missione di padre Gabriele.
In questi giorni, Padre Michelangelo, come missionario della Consolata, ci ha inviato un resoconto delle tante realtà, sparse in vari continenti, che lui segue. La lettera di padre Michelangelo è pubblicata nel sito della Parrocchia.
Queste iniziative servono per trasmetterci una richiesta di aiuto basata sulla nostra sensibilità per le opere missionarie dei padri nostri concittadini.
Come nel passato, anche quest’anno essi contano su un momento di nostra generosità che, aggiunta alla loro, che dura tutta la loro vita, continuerà a creare opere per le necessità materiali ed immateriali dei loro poveri.
Si potrebbe obiettare che Cambiano, come ogni altra Parrocchia, fa parte della Diocesi e che, quindi, dovrebbe collaborare con tutti i missionari, versando il suo contributo alla Diocesi. Infatti don Beppe destinerà, giustamente, una parte della raccolta anche alla Diocesi. Ci sembra anche corretto, tuttavia, continuare, come nel passato, a mantenere rapporti privilegiati con i missionari, figli della nostra Cambiano.
Un tempo, quando esistevano le zelatrici missionarie, Cambiano ha ricevuto spesso elogi e riconoscimenti per le sue opere di supporto alle missioni (ad esempio, alcune zelatrici furono invitate come testimoni al convegno annuale delle zelatrici in Assisi).
Dovremmo, forse, riflettere sul come mantenere viva l’attenzione sulle opere missionarie con nuove iniziative o riavviandone alcune del passato: coinvolgere i bambini del catechismo e le loro famiglie con testimonianze sulla vita missionaria? Riorganizzare visite e soggiorni di giovani e adulti presso le missioni o anche solo presso centri che, in Italia, si occupano di sostenere i missionari? Ricordiamo, a tal proposito, che un gruppo di giovani si è recato, per due anni, durante le vacanze estive, in Brasile nella parrocchia di padre Michelangelo. Altre attività? Si aspettano proposte.